Dsc 6850

Messaggio del Patriarca per la Santa Pasqua 2024

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B A R T O L O M E O

PER MISERICORDIA DI DIO

ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA

E PATRIARCA ECUMENICO

A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA GRAZIA, PACE E MISERICORDIA

DA CRISTO GLORIOSAMENTE RISORTO

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Onorabilissimi Fratelli Vescovi e figli amati nel Signore,

Per benevolenza e grazia di Dio donatore di ogni cosa, avendo corso la gara della Santa e Grande Quaresima e passata con compunzione la Settimana della Passioni del Signore, ecco, ci rallegriamo per la festa della Sua Resurrezione portatrice di splendore, attraverso la quale siamo stati redenti dalla tirannide dell’Ade.

La gloriosa Resurrezione di Cristo Salvatore è una con-resurrezione dell’intera stirpe dei viventi e degustazione della perfezione di ogni cosa e della pienezza della Divina Economia nel Regno celeste. Partecipiamo all’indicibile mistero della Resurrezione nella Chiesa, santificati dai suoi santi Misteri e vivendo la Pasqua, “che ha aperto le porte del Paradiso per noi”, non come un ricordo di un evento del passato, ma come quintessenza della vita ecclesiastica, come presenza di Cristo sempre in mezzo a noi, più vicino a noi di quanto noi stessi al nostro proprio io. A Pasqua, i fedeli ortodossi scoprono il proprio vero io per il fatto di essere in Cristo, si dispongono nel movimento di tutto verso le cose Ultime, “con gioia indicibile e gloriosa” (1 Pt. 1,8), in quanto “figli di luce … e figli del giorno” (1 Tess. 5,5).

Centrale caratteristica della vita ortodossa è il suo impulso pasquale. Erroneamente il filosofo ha chiamato la spiritualità ortodossa “cupa” e “decadente”. In modo azzeccato è elogiato dagli Occidentali il senso sviluppato degli Ortodossi sul significato e sul profondo vissuto della esperienza pasquale, senza tuttavia dimenticare la fede, in quanto il cammino verso la Resurrezione passa attraverso la Croce. La spiritualità Ortodossa non conosce l’utopismo della Resurrezione senza Croce, né il pessimismo della Croce senza Resurrezione. Per questo motivo, nel vissuto ortodosso il male non ha l’ultima parola nella storia, mentre la fede nella Resurrezione agisce come motivazione nella lotta contro la presenza nel mondo e contro le sue conseguenze, agisce come una potente forza trasformatrice. Nella autocoscienza ortodossa non c’è posto per una capitolazione davanti al male, per una indifferenza riguardo al corso delle azioni umane. Al contrario, il contributo per la trasformazione della storia ha base teologica e fondamento esistenziale e si svolge senza il pericolo di immedesimazione della Chiesa col mondo. Il fedele Ortodosso è consapevole della contrapposizione tra la realtà terrena e la perfezione escatologica e non può restare inerte davanti alle cose negative. Per questo motivo, la Chiesa Ortodossa non ha mai visto la lotta per la trasformazione del mondo come una questione insignificante. La fede pasquale ha salvato la Chiesa tanto dalla introversione e dalla chiusura, quanto anche dalla secolarizzazione.

Nella Pasqua degli ortodossi si condensa l’intero mistero e la ricchezza esistenziale della nostra devozione. Il “furono prese da meraviglia” delle Donne Mirofore, quando “entrando nel sepolcro, videro un giovane, … vestito d’una veste bianca” (Mc. 16,5), caratterizza la grandezza e la essenza dell’esperienza della fede, quale sconvolgimento esistenziale del modo di vivere. L’ “essere presi da meraviglia” manifesta che l’uomo si trova davanti ad un mistero, che si approfondisce, man mano che vi si avvicina, secondo il detto, che la nostra fede “non è un cammino dal mistero alla conoscenza, ma dalla conoscenza al mistero”.

Mentre la negazione del mistero limita realmente l’uomo, il rispetto gli apre la porta del cielo. La fede nella Resurrezione è la più profonda e sincera manifestazione della nostra libertà, o piuttosto, la sua nascita come volontaria accettazione dell’eccelso dono divino della divinizzazione per grazia. La Chiesa Ortodossa, in quanto “Resurrezione vissuta” è il luogo della “più vera libertà”, che nella vita cristiana è fondamento, via e meta. La Resurrezione di Cristo è un annuncio di libertà, donazione di libertà e garanzia della “nuova libertà” nella “vita eterna” del Regno del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Con questi sentimenti, onorabilissimi fratelli e figli tanto amati, pieni di una gioia che riempie per la partecipazione alla “comune festa di tutti”, ricevendo la luce dalla luce che non ha tramonto e glorificando Cristo, il risorto dai morti e che fa sorgere a tutti la vita, ricordando durante questa festosa “adunanza e santo giorno” tutti i fratelli che sono in difficoltà, preghiamo il Signore e Dio della pace “che ha calpestato la morte con la morte”, di pacificare il mondo, di illuminare i nostri passi verso ogni opera buona e a Lui gradita, esclamando l’inno più che gioioso “Cristo è risorto”! 

Fanar, Santa Pasqua, 2024

Il Patriarca di Costantinopoli

fervente intercessore di Cristo Risorto

per tutti voi.

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photo: Nicholas Papachristou